NUOVO PERCORSO ARCHEOLOGICO SUBACQUEO NELL'AMP CAPO RIZZUTO

Nelle acque dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” è attivo, a partire dall’estate 2015, un nuovo “Itinerario subacqueo” interamente dedicato ad una delle testimonianze sommerse più interessanti del ricchissimo patrimonio archeologico locale.

Sui fondali dell’incantevole baia di Scifo - incorniciata dalla macchia mediterranea e da una torre regia costruita nei primi anni del Seicento -, nella prima metà del III sec. d.C. naufragò un bastimento commerciale che trasportava un pesantissimo, quanto prezioso, carico di marmi provenienti dall’Asia Minore, scoperto dal sub crotonese Luigi Cantafora nel 1986. L’intero carico si trova tuttora adagiato, intatto, sul fondale marino alla profondità di 6 metri e rappresenta una delle attestazioni più significative e meglio note che si conoscano di quell’ampio fenomeno che in età imperiale era legato al trasporto transmarino del marmo.

Sul fondale giacciono 54 manufatti di marmo assimilabili per forma a grandi blocchi e lastroni. Si presentano allo stato grezzo e cioè con una prima sbozzatura ottenuta direttamente in cava. La nave che trasportava i marmi rientra in una tipologia d’imbarcazioni particolarmente imponenti e solide che i Romani chiamavano naves lapidariae. Essa probabilmente naufragò tra il 200 e il 250 d.C. a causa di una collisione contro i fianchi del vicino promontorio di Capo Pellegrino. 

Nel suo ultimo e sfortunato viaggio la nave romana percorse più di 800 miglia nautiche. Il tragitto più probabile è quello secondo cui la nave caricò il marmo proconnesio nel Mar di Marmara e abbia proseguito per lo stretto dei Dardanelli per poi ridiscendere lungo le coste della Turchia, fino ad Efeso o Mileto, dove caricò il marmo docimeno. Attraversato l’Egeo e doppiato il Peloponneso, risalì lo Ionio sino al canale d’Otranto e da qui proseguì in direzione sud-ovest.

Al fine di rendere pienamente fruibile il giacimento archeologico sommerso sono stati realizzati due distinti percorsi: uno dedicato a chi si immerge con l’autorespiratore e l’altro per chi intende effettuare la visita in apnea o semplicemente dalla superficie con la maschera e le pinne (snorkeling). Per poter effettuare le visite bisogna contattare l’AMP “Capo Rizzuto” o uno dei Diving dell'AMP.